Menu principale:
Dicono di lei
Turandot (2014)
-
GBOpera
Ad interpretare il ruolo della principale protagonista, il teatro cagliaritano ha chiamato Maria Billeri, che si è mossa a suo agio e con la dovuta grinta nella parte. Voce importante, la Billeri ha ben risolto la figura problematica della principessa, disegnando un’identità conturbante, tra mito crudele e raggelante infantilismo.
Myriam Quaquero
L'opera
[...] il soprano Maria Billeri quale Turandot ha mostrato buona tecnica, voce agile ed omogenea in tutta la gamma.
Annalaura Pau
L'ape musicale
Nella compagnia vocale spiccano i soprani Maria Billeri (ruolo del titolo) [...] dotata di mezzi vocali notevoli, che le permettono di debuttare nella parte della Principessa con piena padronanza di mezzi.
Giovanni Andrea Sechi
Teatro.it
Il dramma lirico incompiuto, ispirato a una pièce di Carlo Gozzi [...] è interpretato da un'interessante doppio cast, in cui spicca la Turandot di Maria Billeri.
TGRegione Sardegna
E gelida come basalto, bianca come calcare è anche la principessa Turandot interpretata da Maria Billeri, applauditissima
Opera Britannia
Peaks & Troughs – A 2013 Overview
"Best female performance -
Nicola Lischi
Leggi di più...
MTG Lirica
DO RE MI…..PRESENTO – intervista a …MARIA BILLERI
di Maria Teresa Giovagnoli
Leggi di più...
Maria de Rudenz (2013)
-
Opera Britannia
Maria Billeri, while still a young woman, has reached full artistic maturity when many sopranos of her generation, who made it big much earlier in their careers, are already showing signs of decline. The Tuscan soprano seemed to appear almost from nowhere just a few years ago making a splash in one of the most feared roles of the soprano repertoire, Cherubini's Medea, and since then she has been performing some of the toughest spinto/ dramatic parts with increasing success. Just a few months ago I had attended a concert she gave in Montecatini Terme (an event that I was not able to review because I had been invited as a guest and not as a member of the press), where she sang arias from Nabucco, Ernani, Attila (all complete with recitatives and da capos with variations), La forza del destino, Otello, and Aida as well as Isolde's Liebestod, a veritable feat that found her in fresh voice to the very end of the recital. Hers is a true spinto Italian voice, reminiscent at times of Anita Cerquetti, with a solid middle register and a strong top. A rarity these days, she is not even afraid to use her chest voice, though she does it with taste and grace. Last but not least, for a voice her size, she manages the coloratura remarkably well. Maria de Rudenz, one of the most convulsive characters in the entire Donizetti repertoire, with a wide ranging extension but a tessitura that insists on the middle register, benefits from, and actually requires an instrument, such as Ms. Billeri's, able to engage in forceful furious "declamato", like the middle part of the Act II duet as well as the very frequent sudden lunges and thrusts towards the top (high A seemed Ms. Ungher's favourite note considering its extremely high recurrence, but there is plenty of Bs flat, Bs and a few Cs as well). Ms. Billeri shone both in the lyrical parts of the opera such as the cavatina, where she showed a beautiful legato, a dialectic richness, an impressive variety of colours, accurate picchettatos, and well executed quick trills (of which there are plenty) as well as, if not particularly, in the most frenzied moments, like the stretta of Act I finale, where, at the words "e l'inferno è tutto in me" her voice and red-
Nicola Lischi
Il blog di Roberto Mori
Al Teatro Donizetti di Bergamo, Maria Billeri ha messo in luce tutto il vigore di accento e di fraseggio indispensabile per il ruolo ritagliato sulle qualità vocali e interpretative di Carolina Ungher. Il ritratto è risultato quanto mai vario e frastagliato: la voce, ragguardevole per volume e ben timbrata in tutta la gamma d'estensione, ha saputo piegarsi con giusta espressione allo stile cantab...ile e al patetismo della cavatina iniziale per poi trovare slancio e veemenza negli scatti cabalettistici di "Sulla mia tomba gelida". Ma è soprattutto nello stile "agitato", quando ha dovuto tirar fuori le unghie e assumere i panni della giustiziera (quindi nel Finale I, nel duetto con Corrado del secondo atto e nella scena conclusiva), che l'interprete ha lasciato il segno, dimostrando anche di saper piegare il vibrato e l'asprezza di certe note acute in senso espressivo. Una vera e propria tigre della scena operistica. Ci sarebbe da riflettere, a questo punto, sull'insipienza di teatri e addetti ai lavori che non hanno ancora saputo valorizzare in pieno una cantante dotata di un simile temperamento drammatico.
Roberto Mori
Teatrionline
Il canto di Maria è quasi sempre di forza, ma Maria Billeri sa unire potenza e morbidezza, acuti aggressivi e mezze voci carezzevoli, piegando una voce lanciata di soprano lirico spinto alle esigenze di un canto melodioso. "Sì, del chiostro penitente" è una bella prova di belcanto con trilli, variazioni, slanci acuti e sovracuti, scale discendenti, suoni densi e pastosi. "Il tuo core a me togliesti" è un brano infuocato per la furia di Maria che canta a scatti sopra un'orchestra prepotente, il coro e le altre voci.
La supplica a Corrado di tornare con lei è una pagina di alta poesia e lei la rende con tenerissima linea di canto, poi diventa una furia spietata. Quello di Maria è un ruolo terribile, che Maria Billeri sostiene con rigore vocale e proprietà interpretativa fino alla fine.
Giosetta Guerra
Opera World
Maria Billeri ha reso in modo straordinario il personaggio di Maria, grazie ad una voce che ha flessibilità adatta alla partitura capace di rendere appieno il carattere isterico della protagonista che passa da momenti idilliaci a momenti di perfidia in un istante. Bravissima anche a livello scenico con una presenza quasi satanica che fa risaltare l'instabilità e la perfidia di questa dark lady ante litteram.
Domenico Gatto
Teatro.org
Maria Billeri ha trovato il suo punto di forza nel temperamento drammatico; straordinaria interprete degli sbalzi umorali che contraddistinguono la personalità bipolare di Maria de Rudenz, la terrificante monaca tre volte morta e due volte risorta. Dimestichezza nell'intera gamma, sicuri gli acuti che si sono movimentati di un caratteristico vibrato; la grande tecnica le ha permesso di accostarsi agevolmente a graffianti veemenze e soavi smorzature, ad incipit furiosi e delicate messe in voce.
Maria Luisa Abate
Circuito Musica
L'interprete di oggi, Maria Billeri, ha sfruttato al meglio questa potenzialità inspessendo le frasi e caricando con molta drammaticità le parole "sceniche". Grande tensione nella sua cavatina di sortita (notare quanto si affonda nel macabro quando asserisce che le sue ceneri sentiranno ancora amore per Corrado), poi colpo di scena quando appare nel finale primo e si toglie il velo da monaca e scarmigliata crea lo sconcerto che dà il via al Larghetto. Il duetto della seconda parte con Corrado sembra non finire mai e il compositore continua ad elargire nuove melodie per entrambi. La Billeri viene trafitta dal suo amato-
MTG Lirica
Grande prova per Maria Billeri, interprete di una straordinaria Maria de Rudenz. Il soprano è riuscito a dar vita al suo personaggio con il vigore di una leonessa in attacco. Lo sguardo deciso, l'incedere sicuro e temibile, la sua voce ampia e potente, che sa farsi anche dolce e gentile quando serve, sono gli ingredienti della sua prova applauditissima.
Maria Teresa Giovagnoli
Corriere della Sera -
In quest'opera Maria de Rudenz, interpretata egregiamente dal bel canto pulito e cristallino del soprano Maria Billeri
Daniela Morandi
GBOpera
Sul palco, un'entusiasmante protagonista: Maria Billeri ridisegna, amplificandoli, i contorni di un personaggio estremamente impegnativo, sia sotto l'aspetto vocale sia sotto quello interpretativo, definendo un nuovo standard per questo ruolo. Dotata di una vocalità piena ed ampia, la Billeri è capace di un'emissione sicura che le consente, fra le altre cose, alcune messe di voce suggestive, le quali non solo permettono ad un piano di divenire un forte, ma (e qui sta il bello di una voce volumetricamente importante) sanno anche trasformare un forte in un fortissimo. Il suo strumento è poi in grado di piegarsi alle esigenze del belcanto, come dimostra la cabaletta dell'aria di sortita, dove il soprano non rinuncia ai trilli rapidi prescritti ed a variazioni con picchiettati che le riescono con facilità. Inoltre, l'autorevolezza con cui la cantante sostiene il grande concertato ed il controllo esibito durante le sfiancanti salite nell'aria conclusiva sono davvero impressionanti. In aggiunta, il fraseggio e le intenzioni (sia nel canto di furore che in quello più elegiaco), nonché il rispetto per le indicazioni dello spartito, concorrono a fornire un'ulteriore dimostrazione dell'eccellenza raggiunta. Altrove, le occasionali asperità delle note più acute da emettersi con forza sono sempre manipolate a fini espressivi e costituiscono un tratto distintivo che rende la voce della Billeri una voce riconoscibile. Ma non è tutto: questa Rudenz prende possesso del palcoscenico con una personalità debordante e con un piglio ferino che catturano lo spettatore e lo trascinano inesorabilmente nella truce atmosfera prevista dal plot originale della nonne sanglante.
Andrea Dellabianca
ItaliaPost
Maria Billeri, soprano drammatico di notevole temperamento, si è immedesimata totalmente nella concezione del regista, tratteggiando una Maria feroce e assetata di vendetta, sacrificando in parte il lato amoroso. Dizione scandita che scolpisce le frasi, canto impeccabile (adamantina precisione nello sgranare le note nei passi d'agilità) sorretto da una voce sicura e omogenea.
Gianfranco Previtali Rosti
Classic Voice
Il nuovo allestimento del Festival Donizetti puntava tutto sulla protagonista Maria Billeri. Il soprano ha affrontato da autentica primadonna l'impervio ruolo, caratterizzato da una scrittura che alterna vette angeliche ad affondi demoniaci, privilegiando soprattutto questi ultimi: disegna così una sorta di Erinni che procede inesorabile verso la catastrofe, senza lasciare troppo spazio alla masochistica voluttà di annientamento che pure alberga nel personaggio.
Giulia Vannoni